video mauro rostagno
Pensieri per Mauro

   

 

MATERIALE VIDEO DEL PROCESSO

Introduzione a cura di Carla Rostagno

Cari amici dell’Associazione Ciao Mauro,
con grande piacere vi ho dato copia delle registrazioni dei notiziari e degli speciali che Mauro conduceva a RTC, che sono state recepite come documentazione processuale dalla Corte di Assise di Trapani, nel processo in corso per il suo omicidio.
Come sapete, molti anni dopo la morte di Mauro ho salvato dalla distruzione le video-cassette che contenevano queste registrazioni; mi pare che fosse l'anno 2005, o il 2006.
In quell’anno il regista palermitano Alberto Castiglione, stava preparando un documentario  sull'ultimo periodo di vita di Mauro e sull’impegno a RTC con le sue denunce televisive.
Allora venni a sapere da Alberto che, nel vecchio capannone dell'emittente televisiva trapanese aveva visto molte cassette dell’allora RTC, in stato di totale abbandono.
Questo capannone era passato in mano a un Signore che si chiamava Alagna, il quale si occupava, mi pare, di grafica pubblicitaria.
Mi resi subito conto che, contrariamente a quanto avevo fino allora pensato, potevo reclamare il diritto di avere queste video-cassette, per recuperare, almeno quel che restava, del lavoro di Mauro.
Dopo qualche peripezia, sono riuscita a parlare con la figlia di Alagna -Deborah-, per fissare un appuntamento.
Con Alberto ci rechiamo a Nubia, e constatammo che in una stanza del capannone c’erano delle scaffalature su tre pareti, piene di video cassette, e riuscimmo a prendere -spero- tutti i video che recavano date comprese nel periodo in cui Mauro lavorò a RTC.
Non erano tante quanto speravo, perché, purtroppo, in televisione si usava riciclarle, come è stato spiegato in aula, mentre altre erano state sequestrate dall’Autorità Giudiziaria dopo l’omicidio, e altre ancora date alla RAI per i loro servizi, nei giorni immediatamente successivi all’omicidio.
Questo recupero avvenne nonostante la presenza, che mi parve ingombrante, del Sig.Alagna, il quale ci soffiava il fiato sul collo, impedendoci di esaminare con calma il materiale; credo che in qualche modo tentasse di esercitare un diritto su quelle cassette, forse al fine di guadagnarci qualcosa.
Con Alberto riempimmo sei scatoloni e, finito questo lavoro, il Sig.Alagna tirò fuori da un mobile, che era collocato nella show-room, una quindicina di video-cassette e me le diede.
Restai sorpresa sia dal gesto -poteva non dirmi niente di quelle cassette in più!-, sia dal fatto che le tenesse separate dalle altre. Glielo feci capire, ma non mi diede spiegazioni.
L'impressione è, che dopo un lungo colloquio che avevamo avuto (io lo tenevo occupato per permettere ad Alberto una ricerca tranquilla!) lui si sia addolcito, e abbia voluto collaborare a mantenere vivo il ricordo di Mauro, o forse questo è quello che amo credere!.
Spedimmo gli scatoloni per posta a Perugia, dove mia figlia Francesca e il suo ex-fidanzato, il quale lavora nel settore della post-produzione video, hanno recuperato, digitalizzandole grazie ad un apparecchio speciale, tutte le U-Matic (formato 3/4 per la televisione di allora) in un Hard Disk.
Si è trattato di un lavoro lungo e impegnativo, durato anni, perché, ovviamente, potevano farlo solo nei ritagli di tempo consentiti dal lavoro.
Il resto è storia di oggi.
La mia volontà, e la mia speranza, è che voi possiate continuare a divulgare, come avete fatto in questi anni, il lavoro di Mauro attraverso il vostro sito, e che possiate mostrarlo ai cittadini nel corso delle vostre manifestazioni. Tutto ciò con lo scopo di tenere viva la memoria di Mauro e del suo impegno sociale a favore della comunità trapanese. Quella comunità che lui ha tanto amato e che ha fatto propria: trapanese per scelta, come soleva dire.
Grazie a tutti voi.
Carla Rostagno

 


1. Ragionando di mafia intorno al Processo Lipari

Sono due trasmissioni di approfondimento giornalistico, nel corso della quale Mauro, coadiuvato da un giovane collaboratore, ospite della comunità Saman, intervista l'Avvocato Salvatore Cusenza, dirigente del Partito Comunista.
Nel corso della trasmissione Mauro e Salvatore, a partire dal processo per l'omicidio del Sindaco di Castelvetrano Vito Lipari che si stava celebrando al Tribunale di Trapani, analizzano i nuovi equilibri mafiosi e i nuovi rapporti con la politica. Imputati in quel processo erano boss mafiosi della caratura di Mariano Agate, Antonino Riserbato e Nitto Santapaola, quest'ultimo allora ancora latitante.
L'omicidio del Sindaco Lipari viene messo in relazione ad altri delitti mafiosi eccellenti, dal sequestro Corleo all'omicidio del Generale Dalla Chiesa, offrendo all'ascoltatore una lettura chiara ed esauriente del modo in cui il fenomeno mafioso si era evoluto dagli anni 50 in poi, in provincia di Trapani e nel resto dell'isola, analizzando anche le sue relazioni con la mafia del Nord America.
Si tratta di un'analisi approfondita, operata attraverso un attento lavoro di analisi di sentenze, verbali giudiziari ed altra documentazione simile.
Colpisce la capacità di Mauro e di Salvatore di mettere in relazione fatti e circostanze, offrendo al telespettatore delle chiavi di lettura del fenomeno mafioso che si rileveranno corrette negli anni successivi, quando le indagini degli inquirenti, i processi e le sentenze dei tribunali le confermeranno.




2. Mauro e i ragazzi della comunità a RTC, formavano una buona squadra

Due interviste di un giovane collaboratore di Mauro -Massimo Cohen- a Paolo Borsellino, allora Procuratore della Repubblica di Marsala e a Pietro Verga, allora Alto Commissario per la lotta alla Mafia. Massimo fa domande puntuali e documentate, offrendo ai suoi interlocutori l'opportunità di approfondire temi non usuali, anche in relazione alla capacità dei loro uffici di fare fronte alla necessità investigative e di repressione del fenomeno mafioso. Tutto ciò dimostrando che il gruppo di giovani della comunità che lavoravano con Mauro in televisione, facendo insieme a lui un ottimo lavoro collettivo, avevano raggiunto una buon grado di professionalità e una grande conoscenza delle problematiche del territorio, soprattutto in relazione alle cose di mafia.


3. Infedele alle mie idee e coerente con me stesso

Nel maggio del 1988, quattro mesi prima dell'omicidio, il giornalista Nicola Caracciolo per il TG2 intervista Mauro nel corso di un'inchiesta sugli anni della contestazione, sul '68, che lo ha visto tra i grandi protagonisti, come leader studentesco, all'Università di Trento. L'intervista venne riproposta, dopo il suo omicidio, in coda ad un telegiornale, e Caracciolo la commenta affermando che l'impegno di Mauro contro la droga lo aveva portato alla morte, e che la mafia lo aveva ucciso perché era una persona molto conosciuta, ma sola; non era collegato ad alcun gruppo di interesse economico e politico. La sua morte sarebbe stato un segnale, una minaccia per tutti coloro i quali volevano impegnarsi sullo stesso fronte della lotta contro la mafia e la droga. L'opinione di Caracciolo era corretta, ma sottaceva il rapporto di fiducia che si era creato tra Mauro e i suoi telespettatori, e che avrebbe potuto svilupparsi in un impegno politico diretto. Ma questo, ovviamente, Caracciolo non lo sapeva semplicemente perché non era trapanese e non vedeva ogni giorno i suoi telegiornali.


4. Intervista ad un grande giornalista siciliano

Uno speciale giornalistico nel corso del quale Mauro intervista il giornalista Marcello Cimino, già direttore del quotidiano della sera L'Ora. L'argomento è il processo per l'omicidio del Sindaco di Castelvetrano Vito Lipari, allora in corso a Trapani contro quattordici mafiosi del calibro di Mariano Agate, detenuto, già condannato a 22 anni di carcere nel maxi-processo di Palermo, e Nitto Santapaola, latitante, che fu il killer del Generale Dalla Chiesa.
Il giornalista Cimino era stato inviato dal Suo giornale a seguire i funerali di Lipari, e aveva registrato il tentativo della Democrazia Cristiana, locale e nazionale, di attribuire la causa di quell'omicidio al terrorismo, negando l'evidente natura mafiosa. A distanza di otto anni Cimino torna ad occuparsi di questo omicidio, analizzando la sentenza di rinvio a giudizio scritta dal giudice Di Vitale, il quale in modo brillante e perentorio, mette in luce le strette relazioni di interessi criminali tra le cosche mafiose catanesi, quelle palermitane e quelle trapanesi, con il mondo degli appalti.
Marcello e Mauro sottolineano le ragioni dell'importanza di quel processo, che tra le altre cose, contribuì a mettere in luce i legami della mafia catanese con gli imprenditori Costanzo, Rendo e Graci (i famosi "cavalieri del lavoro" di Catania), nonché le protezioni di cui godeva negli apparati dello Stato, dentro l'Arma dei Carabinieri in particolare.


5. Saveria, la mamma di tutti i cittadini

Meravigliosa intervista, in versione integrale, a Saveria Antiochia, mamma dell'agente di polizia ucciso a Palermo, insieme al Commissario Cassarà.
Questo è uno dei momenti più alti del lavoro giornalistico di Mauro, il quale, in coda ad un servizio su un convegno sulla mafia, apre il suo microfono alle parole di quella splendida mamma, la quale, con parole semplici e dirette, spiega cosa bisogna fare per reprimere il fenomeno mafioso.
Quando l'intervista finisce, Mauro, commosso da quelle parole lucide e toccanti, saluta Saveria con un bacio, abbandonando il ruolo di giornalista e consegnandola alla nostra memoria come la mamma di tutti noi, cittadini.


6. Interviste incrociate

Intervista a Claudio Fava, direttore della rivista "I Siciliani" e figlio del giornalista Pippo Fava ucciso dalla mafia a Catania per la sua attività d'inchiesta.
Mauro e Claudio, partendo dai fatti disvelati dal processo per l'omicidio di Vito Lipari, Sindaco democristiano di Castelvetrano, allora in corso, tracciano un'analisi dei nuovi equilibri mafiosi in Sicilia e dei rapporti che intercorrono tra la mafia catanese, quella palermitana e quella trapanese, concludendo che ormai si deve parlare di una mafia sola, presente in tutta l'isola e ovunque sia possibile fare affari, con la complicità del potere politico e di imprenditori collusi.
Mauro e Claudio si rincontreranno mesi dopo, per un'intervista pubblicata da Claudio nell'agosto del 1988, sulla rivista King, nel corso della quale Mauro spiega le ragioni dell'attività svolta in quella che sarà la sua ultima vita. Noi abbiamo ristampato questa intervista (la potete scaricare dal nostro sito), perché pensiamo che si tratti del testamento inconsapevole di un uomo che amava la vita, e che era già stato condannato alla morte dalla feroce bestia mafiosa.

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